Avvento (2)

+ In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Con l’Avvento, carissimi fedeli, facciamo almeno un piccolo proponimento, per prepararci più degnamente ad accogliere il Re della Gloria quando arriverà a Natale.

Invito tutti a riflettere su qualche cosa sulla quale dobbiamo migliorarci come qualche peccato troppo frequente, qualche vizio, qualche imperfezione sulla quale lavorare in questo santo Tempo.

Possiamo forse chiederci: sono impaziente? o sono forse una cattiva lingua? perdo il tempo con cose inutili? sono forse e persino in peccato mortale? Il Tempo, carissimi amici, è arrivato per lavorare su tutto questo, per superare le nostre cattiverie o imperfezioni, per la gloria di Dio.

In questa prima Domenica dell’Anno Liturgico, la Prima Domenica di Avvento, la Santa Madre Chiesa ci presenta agli occhi dello spirito lo stesso Vangelo (secondo un altro Evangelista) che la settimana scorsa, l’ultima domenica dell’Anno, ossia l’Avvento del Signore alla fine dei tempi; ci rende presente che anche la Sua nascita è la venuta di Dio Stesso sulla terra, dell’Uomo che allo stesso tempo è Dio.

‘Ci saranno segni nel sole e nella luna’. Questo sole, secondo sant’Antonio, così chiamato perché risplende solitario, è Gesù Cristo, il ‘Sole di Giustizia’ che abita una luce inaccessibile, tale che lo splendore di tutti i Santi quasi scompare paragonato al Suo splendore: cioè alla Sua Santità.

I segni che accompagnano la Sua nascita sono raccontati nel Vangelo di San Luca e di San Matteo. Nel primo Vangelo gli Angeli dicono ai Pastori: “questo sarà per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia”. Nel secondo Vangelo il segno è la Stella che conduce i Magi a Betlemme.

Ma ci saranno anche segni che seguiranno la nascita del Signore: Segni nel sole, nel senso di segni nel Corpo stesso del Signore, cioè le cinque Piaghe e soprattutto la piaga del Suo Costato, secondo sant’Antonio, dalla cui apertura verrà aperta la porta del Paradiso e dalla quale rifulge a noi lo splendore della Luce Eterna.

‘Ci saranno segni nel sole e nella luna’. Se Nostro Signore Gesù Cristo + è il Sole, la Sua Santissima Madre è la Luna: la stella più brillante del firmamento del cielo, brillante del riflesso della Luce Eterna del Suo Figlio. E il segno sarà, secondo Isaia, ‘che una Vergine concepirà e partorirà un Figlio il cui nome sarà Emmanuel’.

E’ dunque ‘ormai tempo che noi ci destiamo dal sonno’, come dice San Paolo oggi, perché è raggiunta la pienezza dei tempi, in cui Dio manderà il Figlio Suo, nato da donna, nato sotto la legge’.

Svegliamoci dunque dal sonno, dice di nuovo Sant’Antonio, cioè dall’amore delle cose temporali che chiudono gli occhi del cuore alla contemplazione delle cose eterne, le vane immaginazioni sulle cose di questo mondo che illudono i dormienti nelle prime ore del giorno e vengono fugate dal sorgere del Sole. Il misero pannicello nel quale Gesù fu avvolto e l’umile luogo del Presepio nel quale fu adagiato, ci invitano a svegliarci dal sonno e scacciare le vane fantasie.

Dunque carissimi amici, stacchiamoci dal nulla di questo mondo, dal sonno e dai sogni vani e completamente inutili, per preparare il nostro cuore all’Avvento del nostro Dio.

‘La notte è passata e il giorno si è avvicinato’: la notte dell’ignoranza e del peccato deve cedere al giorno illuminato della Luce eterna di Dio, Che è Lui la pienezza e la perfezione dell’Essere in cui non ci sono tenebre  “Deus lux est et tenebrae in eo non sunt ullae”, Dio che è la Verità stessa, la Bontà stessa e la Somma di ogni perfezione.

Svegliamoci, dunque, sorgiamo e accogliamo in noi la Luce della grazia, la Luce della fede e quella della carità, per farla brillare anche noi sul mondo tenebroso, da veri figli della Luce, perché i segni sono stati visti nel sole e nella luna: i segni comunicati dagli Angeli, dalla Stella e dal Profeta Isaia, di una Vergine che partorirà e di un Bambino che nascerà e sarà adagiato in una mangiatoia; e il fico sta per dare il suo frutto, e la nostra terra (come preghiamo nella Communio) sta per dare il suo frutto – la terra che è anche una immagine della Madonna che riceve nel Suo seno immacolato il Verbo Divino, per darlo come “frutto benedetto” a noi a Natale, per tutta la vita della grazia, nella santa Comunione, e dopo questo nostro esilio nella gloria della Patria Celeste.
Amen.

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +