+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
La funzione primaria dei santi angeli è di adorare Dio; la funzione secondaria è di mantenere e gestire l’ordine del creato stabilito da Dio.
Che san Michele Arcangelo si distingue per la sua adorazione di Dio è già espresso nel proprio nome: Michael: Quis ut Deus: Chi è come Dio? ciò significa, nelle parole di dom Guéranger ‘da solo, nella sua brevità, la lode più completa, l’adorazione la più perfetta, la riconoscenza totale per la trascendenza divina, e la più umile confessione della nullità delle creature.’
Se san Michele Arcangelo si distingue dunque per la sua adorazione di Dio, si distingue altrettanto per il suo ruolo attivo nel gestire l’ordine della Provvidenza di Dio. Questo ruolo attivo si può esporre così: portare le creature razionali (assieme alle loro intenzione) davanti a Dio, soprattutto quando ciò richiede la loro protezione dal Demonio.
Questo ruolo lui esercitò per la prima volta a beneficio degli angeli, quando, secondo vari santi Padri, all’inizio dei tempi fu rappresentato a loro in visione il Verbo Incarnato col comandamento di adorarLo, e/o di venerare la Sua Beatissima Madre come la loro Regina. Lucifero, inebriato dalla propria gloria e bellezza, rifiutò di adorare Dio unito alla natura umana, e di venerare la Madonna, in quanto soggetto della stessa natura – quella natura essendo inferiore alla natura angelica, da lui posseduta. In questa insurrezione contro Dio trascinava un gran numero di angeli ‘una terza parte delle stelle del Cielo’, come si legge nell’Apocalisse.
A questo punto, il solo pronunziare il nome del grande adoratore di Dio, Michele, ‘Chi è come Dio?’ bastò per precipitare gli angeli ribelli nell’Inferno, dove, privi in eterno dalla Visione Beatifica di Dio, pagheranno per sempre col fuoco la giusta pena della loro malvagità.
Secondo sant’Ambrogio, san Michele, in quella tremenda battaglia, fu chiara figura di Cristo, guerreggendo non solo per l’onore di Dio, ma anche per la salvezza di tutti gli angeli e di tutti gli eletti, come Cristo avrebbe combattuto per tutto il genere umano con la sofferenza e la morte.
San Michele, che vediamo prima come protettore degli angeli, vediamo dopo come protettore del popolo giudaico. Nel libro di Daniele (12.1) si legge: ‘Sorse Michele, il gran principe, che sta a guardia del tuo popolo’, e in Giobbe (5.14) l’Arcangelo dichiara: ‘ Io sono il Principe dell’esercito del Signore’. La Tradizione ritiene che fosse lui, tra l’altro, ad affliggere l’Egitto con le 10 piaghe; a condurre il popolo eletto attraverso il Mar Rosso; ed a dettare la legge a Mosè su monte Sinai.
Quando la Chiesa succedette alla sinagoga, l’Arcangelo divenne il custode di tutto il mondo cristiano, sia religioso sia civile. Come esempio della sua tutela della Santa Chiesa Cattolica, prendiamo l’esorcismo di Papa Leone XIII che comincia: ‘Princeps gloriosissime militiae celestis, Sancte Michael Archangele’, e delle preghiere leonine stabilite dallo stesso pontefice da leggere dopo la santa Messa letta: Sancte Michael Archangele…
Come esempio della tutela civile prendiamo la sua apparizione a Mantova nel quinto secolo per assistere san Leone Magno come un guerriero splendente, agitando minacciosamente una spada fiammeggiante per mandare in fuga Atila e gli Unni dall’ Italia; la sua apparizione sopra il Castel Sant’Angelo a Roma nel sesto secolo per assistere san Gregorio Magno, riponendo la sua spada nella guaina per significare la cessazione della pestilenza; la sua apparizione nel nono secolo su un cavallo bianco segnalando la vittoria di Carlo Magno sui Sassoni.
Come osserva Cornelio a Lapide: Colui che custodisce il corpo della Chiesa, deve custodire anche il suo Capo, e la pietà popolare vede san Michele come angelo custode del Sommo Pontefice. Ci sono molte indizi di questa sua funzione compresa la liberazione di san Pietro, il primo papa, dal carcere. ‘Dio ha inviato il suo angelo’ dice il principe degli apostoli, ed i teologi applicano le sue parole a san Michele.
Il custode del corpo della Chiesa e del suo Capo in modo particolare, è custode anche di ogni suo membro. Saremmo dunque prudenti di chiedere ogni giorno la sua assistenza e protezione dal male. La Madre Chiesa, nella santa Messa di san Michele, chiede il suo glorioso aiuto per noi nei nostri combattimenti quotidiani e nel giorno terribile del giudizio, quando il grande Arcangelo, vessillifero della milizia celeste, difenderà la nostra causa davanti all’Altissimo (come preghiamo nei vespri) e ci farà entrare nella luce santa (come preghiamo nella santa Messa di Requiem).
Chiediamo a san Michele Arcangelo di cui, come la Madonna, la gloria è solo paragonabile con la sua umiltà, di renderci umili, affinché dopo questa vita possiamo essere alzati e (nelle parole di un antico prefazio) trasportati… ‘Laddove quelli che noi veneriamo servono, che possiamo tendere verso le altezze che nella Festa del Beato Arcangelo contempliamo nell’amore’ – per unirci a lui, con tutta la milizia celeste, e a tutti gli eletti per adorare in eterno le infinite perfezioni di Dio.