+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Entrando con lo spirito nel sepolcro, vedo cogli occhi dell’anima il Sacrosanto Corpo di Nostro Signore, splendente nel silenzio e nel buio, di una luce tenue di oro chiaro. Il Corpo infatti è sempre unito alla Divinità, come lo è anche l’Anima, che alla morte lo lasciò per liberare i Giusti dal Limbo.
Vi vedo, o Signore, avvolto nella Sindone, il Volto coperto del velo, come per non mostrarci più le Sacre ferite, adesso che il dolore sia passato, e che finalmente il tempo stabilito dal Padre sia giunto. Consummatum est: Omnis consummationis vidi finem. Latum tuum mandatum nimis. È consumato: di ogni consumazione vidi la fine: il Vostro mandato è compiuto sino alla fine.
Vi vedo davanti a me, Presente nella Vostra Divinità, ma nascosto come nel tabernacolo. Il Corpo morto rappresenta quello di Adamo, istigatore della propria morte e di quella di tutti i suoi discendenti, il Corpo rappresenta anche noi che abbiamo meritato la morte per tutti i nostri innumerevoli peccati. E su tutto il Corpo, ormai invisibili, le sacre ferite: le cinque ferite della crocifissione, le 5,475 ferite della flagellazione, le ferite delle spine nella testa e persino nel cervello, le ferite delle cadute e nel cuore. Tante ferite Vi abbiamo inflitte! Tante quante abbiamo meritate noi per la nostra malvagità!
O Signore Adorabile, questo dovrebbe essere il mio corpo morto, queste dovrebbero essere le mie ferite, giustamente meritate dal mio peccato: dal mio peccato contro Voi, O Bontà Infinita ed Amore Eterno; ma Voi le avete prese su di Voi in una sofferenza più profonda e vasta di un’infinità di oceani, ma guadagnando con essa il Paradiso, trasformando la morte in vita e le ferite nella costellazione più gloriosa di tutto il creato: l’abbellimento più glorioso della Vostra Sacratissima Umanità.
E così rimarrò prostrato davanti al Dio Uomo, per adorarLo nel buio e nel silenzio, adesso che il dolore sia passato: per ringraziarLo della Sua infinita misericordia verso di me, misero peccatore, donec ego vixero: lungo tutto il corso della mia vita. Amen.