+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
L’onore è l’atteggiamento dovuto ad un altro in virtù della sua dignità, cioè della sua eccellenza. L’adorazione, in particolare, è quell’onore che è dovuto a Dio, ossia in virtù della Sua eccellenza, o dignità, infinita. L’adorazione comprende un atteggiamento da parte nostra sia dell’anima che del corpo.
Quello dell’anima viene definita da Bossuet come: ‘il riconoscimento in Dio dell’altissima Sua sovranità e in noi della più profonda dipendenza.’ Quello del corpo, invece, quando stiamo davanti a Dio, ossia davanti a nostro Signore Gesù Cristo in chiesa, è stabilito dalla santa madre Chiesa in termini di silenzio, di genuflessioni, dell’inginocchiarsi, e degli inchini profondi. Per ricevere la santa Comunione, più precisamente, occorre l’inginocchiarsi alla balaustra ed il comunicarsi sulla lingua.
La seconda pratica, introdotta nei primi secoli e stabilita per la Chiesa Universale più di mille anni fa, fu abolita dai sedicenti riformatori nel cinquecento. Come abbiamo citato nel nostro libro: ‘Come è cambiato il rito romano’, il domenicano apostata Martin Bucer constata nella sua ‘Censura’: ‘Diviene il nostro dovere abolire dalle chiese… con tutta la purezza di dottrina, qualsiasi forma di adorazione del pane che vogliono che gli anticristi utilizzino e conservino nei cuori della gente più semplice.’ Per tali motivi anche i riformatori Zwingli e Clavino hanno imposto la comunione in piedi e sulla mano. La comunione in mano è divenuta in seguito una pietra miliare della negazione del dogma cattolico sulla Presenza Reale da parte dei protestanti.
Negli anni ‘60 la stessa pratica fu introdotta nella Chiesa cattolica dai sacerdoti dell’ Europa centrale come sfida a Roma, e poi diffusa sempre di piu’ tra i fedeli.
Prendere nelle mani non-consacrate il Sacrosanto Corpo del Signore, e tipicamente anche in piedi, spolverarNe i frammenti per terra, inghiottirLo camminando – si può descriverlo come ‘adorazione’? – fu escogitato proprio per rendere l’adorazione del tutto impossibile. Il clero ed i fedeli devono categoricamente rifiutare di partecipare a questo abuso.
In occasione del ‘coronavirus’, si incoraggiano forse i pochi cattolici praticanti che rimangono in Italia di pregare di più? Si invitano i non-praticanti a tornare ai sacramenti? Si organizzano notti di preghiera, processioni, pellegrinaggi? – come ha sempre fatto la Chiesa – nel quattrocento a Venezia ad esempio, nel cinquecento a Milano, nel settecento a Marsiglia. No, gli uomini di Chiesa chiudono le chiese; o le tengono aperte senza provvedere ai sacramenti dell’Eucarestia o della penitenza; oppure, se offrono il santo sacrificio della Messa in pubblico, insistono sulla Comunione in mano e proibiscono quella sulla lingua.
Una donna devota di famiglia albanese a noi conosciuta, di cui i parenti furono perseguitati ed uno zio vescovo martirizzato, fu trascinata qualche giorno fa in una chiesa vicino, con sua grande sofferenza e per la prima volta nella vita, di ricevere il Sommo Bene in mano; un bambino che aveva ricevuto la prima santa Comunione il sabato scorso fu indotto dalla madre questa domenica a riceverLa sulla mano, ciò l’ha fatto scoppiare in pianti.
Celebrando ed avendo sempre celebrato unicamente il rito romano antico, e potendo, per quello, dare la santa Comunione solo sulla lingua, l’autore di questo articolo, essendo in questi tempi in una diocesi afflitta dal virus, dove la Comunione sulla lingua viene vietata, si trovava in una certa difficoltà. Non essendo membro di un gruppo non sottomesso (o non pienamente e chiaramente sottomesso), al papa ed ai vescovi, si sentì obbligato ad ubbidire all’Ordinario del luogo, e sebbene à contre coeur, di non distribuire la santa Comunione ai fedeli affatto.
Ne abbiamo informato i fedeli prima della celebrazione della santa Messa domenicale, incoraggiandoli di fare la Comunione spirituale, e dicendo che sicuramente il Signore non gli avrebbe privato delle grazie sacramentali che altrimenti gli avrebbe date. Abbiamo esposto il Santissimo per una mezz’ora dopo la santa Messa, per avvicinarli di più a Sua Divina Maestà, almeno in modo spirituale.
Quanto grande non fu la nostra consolazione e gioia spirituale in seguito, dunque, di leggere durante la santa Messa le parole seguenti della Communio e della Postcommunio: ‘Manducaverunt et saturati sunt nimis, et desiderium eorum attulit eis Dominus: non sunt fraudati a desiderio suo… Quaesumus, omnipotens Deus: ut, qui celestia alimenta percepimus, per haec contra omnia adversa muniamur.’ Mangiarono e furono saziati grandemente, ed il Signore gli apportò il loro desiderio: non furono privati del loro desiderio… Chiediamo, onnipotente Dio, che noi che abbiamo ricevuto nutrimenti celesti, per mezzo di questi saremo difesi contro ogni avversità.
Non solo questa grazia, ma anche un’altra ci fu concessa susseguentemente, per ‘difenderci di ogni avversità’. Dopo aver celebrato nello stesso modo per i giorni successivi, abbiamo ricevuto poi dalla curia il privilegio insigne di poter distribuire di nuovo la santa Comunione sulla lingua.
Il demonio sta approfittando del corona virus per attaccare la Chiesa, indebolendo ed impoverendo ulteriormente in modo spirituale larghe zone delle terre che sono il cuore del cattolicesimo. Il virus, come ogni malattia o male fisico, è conseguenza del male spirituale, cioè il peccato. Il rimedio definitivo di un male spirituale si troverà solo in un bene spirituale, ossia la conversione del cuore: preghiere, ritorno ai sacramenti, ed, in una parola, l’Adorazione di Dio.
Sit nomen Domini Benedictum. Ex hoc nunc et usque in saecula. Amen.