+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
‘Beato il seno che Ti ha portato e le mammelle che hai succhiato’, grida una voce dalla folla, potremmo supporre, mossa dallo Spirito Santo nella sua somiglianza al grido di sant’Elisabetta: ‘Benedetta tu tra le donne’. E nostro Signore risponde: ‘Beato piuttosto chi sente la Mia parola e chi la custodisce.’ Il passo assomiglia a quell’altro in cui nostro Signore, informato che Sua Madre ed i Suoi fratelli Lo stanno aspettando, dice: ‘Chi è Mia madre, chi sono i Miei fratelli? Coloro che fanno la volontà di Mio Padre, questi sono Miei fratelli, Mie sorelle, e Mia madre’.
Ma pare a prima vista che questi siano modi dispregiativi di parlare di Colei che viene chiamata da san Cirillo ‘la perla di questo mondo, una luce sempre brillante, la corona delle vergini, il scettro della fede’, e da sant’Efrem ‘la speranza dei padri, la gloria dei profeti, la lode degli apostoli, l’onore dei martiri, il gaudio dei santi, e la luce dei patriarchi’.
Quando riflettiamo più profondamente, però, vediamo che nostro Signore Benedetto non sta disprezzando Sua beatissima Madre con tali parole, ma piuttosto La sta lodando.
Beato il seno, ma ‘ancor più beato chi sente e custodisce la parola’ di Dio. Ma chi la sente e la custodisce maggiormente che non Sua Madre celeste? Poichè sente la parola dell’angelo che è la parola di Dio, in quanto è l’ambasciata di Dio nel senso ultimo del termine: l’annuncio di Dio della redenzione del mondo.
Lei sente questa parola dunque, e la custodisce e conserva poi come Verbo divino nel proprio seno, in una maniera di cui non ce n’è di più intima, dandoGli la stessa carne. Così che il Verbo divino, ovvero Dio Stesso che è il cielo, potesse abitare un altro cielo: il cielo terrestre del seno di Sua beatissima Madre.
Lei custodisce il Verbo Incarnato nel seno per nove mesi e poi per tutto il tempo della Sua vita nascosta a Nazareth, mentre ascolta la Sua voce, la voce del Beneamato. E dopo, Lo custodisce ancora nel tempo della Passione, stando accanto alla croce con tutta la propria autorità di Madre di Dio, di Regina dei martiri, Regina degli angeli, Regina del cielo e della terra.
Lei non solo Lo porta nel seno e Gli dà da succhiare, dunque, ma anche Lo ascolta e Lo custodisce in modo perfetto, fino alla fine. Facendo così, compie inoltre la volontà di Dio. In tutti questi modi diviene Madre di Dio nel senso spirituale inteso dal Signore, ossia in modo perfetto.
Che la divina Maternità spirituale della Madonna fu in un certo senso più grande di quella fisica, viene espresso dai padri della Chiesa, ad esempio da san Bernardo, quando dice che Lei concepì Dio nella mente prima di concepirLo nel seno, e che Dio amava talmente la sua bellezza spirituale che si unì a Lei prima nello spirito e poi nella carne.
Difatti la maternità spirituale e fisica sono così intimamente congiunte che non si possono quasi distinguere: la sua straordinaria elevatura spirituale era condizione per la sua maternità divina, e la sua maternità divina era allo stesso tempo condizione per la sua elevatura spirituale.
La divina maternità è il più alto e grande privilegio della Madonna, di cui non ce n’è mai stato uno più grande elargito sul creato. Che noi, meditando su di essa, raggiungiamo a una devozione sempre più profonda verso Colei che era ed è la creatura razionale più gloriosa e più perfetta di tutte. Amen.
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.