+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Il Buon Pastore va alla ricerca della pecorella smarrita: ovvero, di noi quando abbiamo peccato; ci mette in spalla e ci porta a casa, ossia in Paradiso. In un altro brano chiama le Sue pecore, che Lo seguono perchè Lo conoscono (Lo conoscono nella fede), e perchè conoscono la Sua voce (la conoscono nell’insegnamento della Chiesa). E le pecore Lo seguono all’ovile, all’unico ovile che è l’una, santa, cattolica ed apostolica Chiesa: l’unico mezzo di salvezza; Lo seguono all’unico ovile che allo stesso tempo è immagine del Paradiso.
‘Io sono il Buon Pastore’, dice il Signore, ‘il buon Pastore offre la vita per le pecore.’ In questo tempo pasquale meditiamo sull’amore misericordioso del Signore Che ha offerto la vita per noi sul duro legno della croce, affinchè noi possiamo essere portati da Lui in spalla alla Sua casa e possiamo entrare in quella casa: nella santa Chiesa e nel Paradiso.
La frase ‘offre la vita per le pecore’ esprime soprattutto l’amore di nostro Signore Gesù Cristo verso di noi, perchè questo è il più grande amore: quello di dare la vita per gli amici. Il fatto che il Signore dica ‘conosco le Mie pecore e le Mie pecore conoscono Me’ rappresenta la reciprocità di questo amore; il fatto che Egli lo paragoni con l’amore tra Lui ed il Padre quando dice ‘come il Padre conosce Me ed Io conosco il Padre’, significa che questo amore divino è origine, fonte e causa dell’amore tra Lui ed i Suoi fedeli, ed esprime anche la sua immensità.
Che la figura del Buon Pastore raffiguri in primo luogo l’amore, si manifesta altrettanto alla fine del vangelo di san Giovanni quando il Signore, chiedendo tre volte a san Pietro: ‘Simone, figlio di Giovanni, Mi ami tu?’ gli dice: ‘Pasci le Mie pecorelle’: san Pietro deve divenire anche lui buon pastore nel seguire Cristo ed in partecipazione con Lui; e per questo compito occorre l’amore.
Già nell’Antico Testamento troviamo la figura del Buon Pastore amorevole, anche se in maniera meno concreta e più misteriosa. ‘Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla, su pascoli erbosi mi fa riposare.’ In questo Salmo 22 Iddio si rivela come un buon pastore che ci conduce in Paradiso alla nostra eterna felicità e pace. Ci conduce attraverso la valle oscura della morte che è questa vita: la valle oscura dell’ignoranza, del peccato, della sofferenza, e della morte; la valle oscura sulla quale la luce increata del Cielo non cade, ma dove non dobbiamo temere alcun male perchè Egli è con noi, parlandoci con la voce dei Suoi comandamenti e operando per noi con i Suoi Sacramenti: il Sacramento del Battesimo rappresentato dalle acque tranquille a cui ci conduce; il Sacramento della Penitenza che converte la nostra anima; i Sacramenti della Cresima, dell’Ordine, e dell’Estrema unzione che sono l’olio col quale ci cosparge il capo; i Sacramenti del Matrimonio e della santa Eucarestia che sono la mensa che ha preparata per noi; il Sacramento dell’Eucarestia in particolare, che è il nostro calice traboccante.
Lui è con noi con la voce e con le azioni, ma anche con la Stessa Presenza, tramite cui è presente dappertutto e soprattutto nelle anime dei giusti per la grazia, così che con un solo pensiero ci troviamo di nuovo nella Sua dolce compagnia.
Se viviamo con Lui, dunque, la felicità e la grazia ci saranno compagne tutti i giorni della vita, fin quando non perveniamo a quella mensa celeste ed a quel calice che sono anche immagini della vita eterna nella casa del Paradiso.
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.