+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Ci sono tre tappe della vita spirituale, le ‘tre vie’, che vengono percorse dalle anime che corrispondono generosamente alla grazia di Dio. La prima è quella dei principianti, che si chiama la via purgativa. Abbiamo da fare con una purgazione della persona che sta lottando contro il peccato mortale, come l’impurezza, l’ubbriachezza, la mancanza alla santa Messa domenicale, la bestemmia. La preghiera dei principianti è caratteristicamente vocale.
La seconda via si chiama la via degli avanzati, o la via illuminativa. Il cristiano che cammina su questa via, lotta contro il peccato veniale, come la maldicenza, l’impazienza, la rabbia. La sua preghiera è piuttosto quella del cuore, dei sentimenti.
La terza via, la via dei perfetti, o la via unitiva, è quella di coloro che tendono alla perfezione. Si tratta meno della lotta contro il peccato che della perfezione delle virtù con la grazia di Dio. La preghiera di questa tappa è piuttosto astratta, contemplativa.
Si può trovare la radice di questa distinzione triplice nella sacra Scrittura. Nel salmo 33 leggiamo: ‘Schiva il male, fa il bene, e cerca la pace’: declina a malo, fac bonum, inquire pacem. La prima parte del versetto esprime la via purgativa, la tappa spirituale dove l’anima si purifica; la seconda parte esprime la via illuminativa, dove l’anima comincia a praticare le virtù; la terza esprime la via unitiva, dove la pace viene trovata nell’intima unione con Dio.
La stessa distinzione la vediamo nella parola del Signore: ‘Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno, e mi segua’ (Lc. 9.23). Vediamo di nuovo la pratica della purgazione, della virtù, e poi l’unione.
Anche nella tradizione patristica si trova la dottrina di un cammino tripartito; di timore, di speranza, e di carità: San Clemente di Alessandria descrive la tappa di timore come quella dove si astiene dal male e si mortificano le passioni; la tappa della speranza, dove si fa il bene e pratica le virtù; la tappa di carità, dove si fa il bene per amore di Dio. San Cassiano, parlando delle ascensioni dell’anima a Dio, scrive similmente del timore come proprio dei schiavi; della speranza come propria dei mercenari, e della carità come propria dei figli di Dio.
A causa della diversità di ogni anima da ogni altra, della diversità di carità di ognuna per Dio, e della diversità delle circostanze della vita, ne segue che anche il cammino di ogni anima verso Dio sarà diverso. Comunque, questi cammini, purché godano di una determinata durata, si possono sempre caratterizzare second le tre tappe, o tre vie. Padre Tanquerey, nella sua opera classica, il ‘Compendio di teologia ascetica e mistica’, ci fornisce la ragione profonda di questa distinzione.
In primo luogo bisogna purificare l’anima dalle colpe passate per poter giungere alla purezza di cuore necessaria per poter vedere Dio: ‘Beati i puri di cuore, perché loro vedranno Dio.’ Questa purificazione comporta una sincera ed austera pentenza, una lotta vigorosa e costante contro il peccato e le tendenze cattive; comporta la preghiera e gli esercizi spirituali per fortificare la volontà e rassodare le virtù: ecco la via purgativa.
Poi l’anima si deve ornare sempre di più delle virtù cristiane positive, imitando il Signore in tutto: rendendosi docile a Lui, unendosi a Lui con l’affetto, nella seguela cottidiana e nella preghiera, lasciando le tenebre del passato e uscendo in fine nella luce del giorno, la luce di Dio: ecco la via illuminativa.
‘Viene poi il momento in cui l’anima, purificata dalle colpe, indocilita e fortificata, pronta alle ispirazioni dello Spirito Santo, non aspira più che all’intima unione con Dio: Lo cerca da per tutto… si attacca a Lui e gode della Sua presenza. La meditazione diviene affettuosa e prolungato sguardo su Dio e sulle cose divine sotto l’influsso… dei doni dello Spirito Santo’: ecco la via unitiva.
Deo Gratias!