I misteri dolorosi

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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

     Per il primo Mistero Doloroso, voglio leggervi un passo scritto dal Beato cardinal Newman:

“Ecco quel che ci narra di Gesù san Marco, il quale pare abbia scritto quanto udì dalla voce di san Pietro, uno dei testimoni oculari della Passione. Arrivano al luogo chiamato Getsemani, ed Egli disse ai suoi Discepoli: “Fermatevi qui, mentre io faccio orazione”. E prese con se Pietro, Giacomo e Giovanni e li incominciò ad allibire e ad angosciarsi.

Osservate come Egli agisce deliberatamente: si reca in un luogo determinato e poi, data la parola d’ordine, sottrae quasi l’anima sua al sostegno della divinità, la lascia preda della desolazione, al dolore, allo sgomento che tutta la sommergono. Continua in questo modo in una agonia di spirito, così ben determinata, come se si trattasse di qualche tormento fisico, il fuoco o la ruota del supplizio.

E che cosa, dunque, dovette sopportare quando lasciò irrompere nell’anima Sua questo torrente di predestinato dolore? Ahimè! Ebbe a sopportare ciò che a noi è ben noto, anzi familiare, ma che per Lui fu sofferenza inaudita. Cosa facile per noi e tanto naturale che non sappiamo neppur concepirla come una grande pena, ma per Lui fu come il soffio e il veleno della Morte, dovette sopportare il peso del peccato, dei nostri peccati, di quelli del mondo intero.

In quell’ora terribile l’Innocente stese le braccia e offerse il petto agli assalti del Suo mortale nemico, un nemico spirante veleno pestifero e il cui abbraccio era la morte.

Rimase prostrato immobile e silenzioso, mentre il nemico orribile inabissava l’anima Sua in tutto l’orrore e l’atrocità dell’umano peccato, penetrandogli Cuore e coscienza, invadendoGli sensi e pensieri e coprendoLo come di una lebbra morale. Quale terrore quando i Suoi occhi, le Sue mani, i Suoi piedi, le Sue labbra, il Suo Cuore gli sembrarono membra del nemico e non dell’Uomo-Dio, era proprio quello l’Agnello Immacolato prima innocente, ma ora macchiato del sangue di migliaia di crimini”.

     Per il secondo Mistero Doloroso citiamo un brano da santa Brigida di Svezia, parole ricevute dalla Madonna:

“Nel momento in cui si avvicinava il tempo della Passione di Mio Figlio, tutti i Suoi nemici lo trascinarono via con percosse sulle guancie e sul collo, e dopo averGli sputato addosso si presero beffa di Lui, poi Lo condussero alla colonna, qui si tolse gli abiti da solo e si avvicinò alla colonna con le proprie mani che i nemici legarono senza misericordia. I Suoi amici erano fuggiti e i Suoi nemici sollevandolo Lo circondarono da ogni parte e frustarono il Suo Corpo puro con ogni corruzione e ogni peccato. Vidi il Suo Corpo flagellato e straziato fino alle ossa, tanto che gli si scorgevano le costole e la cosa più amara fu che quando smisero di flagellarLo ne scavarono e straziarono le carni. Così il Mio Figlio si rimise gli abiti e allora vidi che i Suoi piedi erano in una pozza di sangue, i Suoi nemici non tolleravano che si vestisse e Lo spinsero obbligandoLo a camminare. Ecco figlia mia, cosa ha sofferto Mio Figlio per voi”.

     Per il terzo Mistero Doloroso cito il padre Luis di Palma, dalle sue Meditazioni sulla Passione:

“Dopo intrecciarono una corona di spine, la intrecciarono con molta attenzione per non pungersi, avvalendosi probabilmente di tenaglia o di qualche strumento affine. La corona era a forma di ghirlanda o con maggior probabilità a forma di caschetto che così veniva a coprire tutta la testa. Alcune spine erano lunghe e aguzze, altre corte e ricurve, non si sa bene quali spine abbiano usato perchè in Israele ve ne sono di molte varietà, ed anche a Gerusalemme. Composta la corona Gliela conficcarono sul Capo con forza, a colpi di tenaglia e bastoni per non ferirsi. Il dolore fu atroce, il sangue cominciò a scorrerGli sul volto, fu allora che cominciarono gli scherni al finto re, il Signore lasciò ai suoi amici incastonate nella Sua corona regale due gemme preziose di inestimabile valore: il dolore e il dileggio.

Poi Gli misero una canna nella mano destra perchè fungesse da scettro, giudicavano Cristo un uomo vuoto e oscillante come la canna e altrettanto pensavano del Suo Regno, fragile e senza stabilità come la canna, ne risero, s’inginocchiavano porgendoGli le congratulazioni per il Suo Regno e dicendogli: – Salve, re dei Giudei! – e fingevano di adorarLo come un re. Gli sputavano in faccia e la loro sudicia saliva si mescolava con il prezioso Sangue del Signore che gocciolava dalla testa. Questo ferì molto profondamente il Signore che l’aveva raccontato ai discepoli prima che avvenisse, un giorno in cui andarono a Gerusalemme: – rideranno di me e mi sputacchieranno -.

Gli diedero molti schiaffi, Gli venivano davanti e Gli dicevano: – Salve re dei Giudei! – e gli davano schiaffi. Si avvicinavano uno dopo l’altro a salutarLo, si inginocchiavano, fingevano di baciarGli la mano e poi tendendo il braccio Gli davano uno schiaffo con tutta la forza. Altri nell’atto di inginocchiarsi gli afferravano la canna battendogliela poi in testa, si che le spine si conficcavano più in profondità. Gli tolsero di mano la canna e Lo percuotevano sul capo”.

     Per il quarto Mistero Doloroso, dal padre Faber:

“Riguardo ai Dolori della Santissima Vergine, la lealtà superò di molto la più terribile attesa. Un’altro aggravamento dell’afflizione di Maria nel Suo Quarto Dolore era causato dal conoscere che la Sua vista aumentava le sofferenze di Nostro Signore. La vista del Viso addolorato di Maria, fu per Gesù più penosa della terribile flagellazione alla colonna. Era necessario per completare il ciclo dei Dolori della Madonna che Ella si assoggettasse anche a questo straziante incontro, tale era la volontà di Dio, volontà sempre dolce anche nel più estremo rigore, sempre amabile anche quando la carne, il sangue e lo spirito fuggono atterriti per evitare l’amplesso designato. Questa volontà guidava il triste corteo del Calvario, questa volontà restava sul Golgota come una luminosa nube ed era come un’altra corona di spine attorno al Capo del Signore, un’altra croce sulle Sue spalle, una spada nel Cuor della Sua Madre, Essa cambiava questo Cuore materno, quasi in una spada infissa nel Cuore del Figlio.

Qual santo dimostrò mai tale sommissione alla volontà Divina come la Regina dei Martiri, Maria ascese il Calvario con coraggiosa calma per aiutare a sacrificare il Suo caro Figlio. L’Addolorata vedeva Gesù in balìa degli altri che potevano toccarLo e avvicinarLo mentre Ella, Sua Madre, ne era trattenuta lontano. Nei giorni di Betlemme e dell’Egitto la gioia di Maria consisteva nello stringersi Gesù al Cuore, quando Ella si occupava dei Suoi doveri materni, il Suo amore per Lui era divenuto così’ grande da non potersi esprimere che per mezzo di una timorosa venerazione. Il ricordo di quei felici istanti si presentava allora, alla memoria della Vergine, e le onde del dolore si precipitavano contro il Suo Cuore, quasi per strapparGlielo. Durante tutto il Venerdì Santo Maria si aperse un varco attraverso a quegli orrori, reprimendo i sentimenti della Sua natura, Ella non avrebbe voluto neppure per tutto il mondo che Le fosse risparmiato uno solo di quegli orrori”.

     Torniamo alle Rivelazioni di santa Brigida per meditare l’ultimo Mistero Doloroso:

“Vidi i Suoi occhi tramortiti, le gote bagnate, il viso dolente e la bocca aperta con la lingua rossa di sangue. Il ventre aderiva al dorso, tutti i liquidi erano fuoriusciti come se non ci fossero più le viscere. Vidi il Suo Corpo pallido e sfinito a causa del sangue che aveva perso, con le mani e i piedi rigidi e tesi sulla Croce, con la basra e i capelli intrisi di sangue.  La Sua pelle era così morbida e delicata che bastava colpirla leggermente per farne sgorgare il sangue. Il Suo Sangue era così vivo che lo si vedeva scorrere sotto la pelle. Essendo Mio Figlio di natura forte, la vita lottava contro la morte in un Corpo lacerato; quando il dolore saliva dalle membra e dai nervi trafitti dal Corpo al Cuore, la parte più sensibile più pura in Lui, il Cuore provava una sofferenza incredibile, e quando il dolore scendeva dal Cuore alle membra lacere, Egli ritardava con amarezza la Sua morte. La Morte si avvicinava e poichè il Cuore di Mio Figlio si spezzò per l’intensità del dolore, tutte le membra ebbero un sussulto, Egli protese un poco il Capo e poi lo reclinò.

Vedevo la Sua bocca aperta e la Sua lingua coperta di sangue, le Sue mani si erano scostate lievemente dal foro della Croce, per questo i piedi sostenevano un carico maggiore; le dita e le braccia si distesero e la schiena aderì al tronco. Venne poi un soldato e affondò a tal punto la lancia nel costato di Mio Figlio che quasi usciva dall’altro lato, e non appena ebbe ritratto la lancia, il petto si coprì di Sangue. Allora vedendo che il Cuore del Mio amato Figlio era stato lacerato, mi parve che lo fossi anche Io. Poi Egli venne calato dalla Croce ed Io lo posi sulle mie ginocchia, come un lebbroso, completamente livido e straziato, poichè i Suoi occhi erano morti e pieni di sangue, la bocca era fredda come la neve, la barba sembrava corta e il volto era contratto”.

+ In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen