Paradiso

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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Il Paradiso è il luogo della felicità eterna: quella felicità descritta dai Santi Padri della Chiesa come una esenzione da ogni male e il godere di ogni bene.

La esenzione di ogni male è descritta nell’Apocalisse nei termini seguenti: ‘Non avranno più fame, ne avranno più sete, ne li colpirà il sole, né arsura di sorta; e Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate…’ Il godere di ogni bene invece viene descritto da San Paolo: ‘quelle cose che occhio non vide ne orecchio udì, ne mai entrarono nel cuore dell’uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano’.

1. La Visione di Dio

Anche se non possiamo descrivere la qualità di questa felicità o beatitudine, possiamo almeno dire in cosa consiste, e questo è il possesso di Dio: perché come Dio è la somma di ogni perfezione, ne segue che il possesso di Dio colma completamente ogni desiderio che possiamo avere per tutto ciò che è Vero e Bene, e per ciò costituisce la perfetta felicità.

Questo possesso di Dio è descritto anche in termini della conoscenza, o visione, di Dio. Nostro Signore Gesù Cristo + il cui Nome sia sempre adorato, dice: ‘Questa è la vita eterna, che conoscano Te l’unico vero Dio e Colui che hai mandato, Gesù Cristo’; e San Giovanni scrive: ‘Sappiamo che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché Lo vedremo così come Egli è – sicuti est‘.

Il nome di questa visione è la Visione beatifica a cui San Paolo accenna quando scrive: ‘Ora vediamo come in uno specchio, ma allora vedremo a faccia a faccia…’ Il motivo per cui bisogna essere simili a Dio per poter vederLo, è che per vedere o comprendere una cosa, bisogna assomigliarsi in qualche modo a questa cosa. Per vedere il Divino occorre dunque, in qualche modo, essere divini o partecipare in modo adeguato nella Divinità di Dio. Questo avviene tramite l’infusione nell’anima di ciò che si chiama Lumen Gloriae, la luce della gloria: in questa luce vedremo Dio che è la Luce – in lumine tuo videbimus lumen.

2. La Pace

Dottori eminenti della Chiesa hanno insegnato che tre doni seguono il possesso dell’infinita felicità e questi sono la gloria, l’onore, e la pace. Parlando della pace, Sant’Agostino ne distingue tre specie: pace in noi, pace tra di noi, e pace con Dio. Questa pace è riempita di gioia, amore, e lode, di cui la gioia più grande sarà cantare le Misericordie di Dio per tutta l’eternità: un inno alla gloria della grazia di Cristo mediante il Sangue di cui siamo stati liberati. In breve, come continua il Santo alla conclusione della sua opera, la Città di Dio: Là taceremo e vedremo, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo. Ecco cosa sarà alla fine senza fine, perché cos’è il nostro fine se non da raggiungere quel regno che non ha fine?

Il Cielo sarà il luogo, infine, dove, nelle parole dello stesso santo, sarà compiuto il precetto di Dio: ‘Fate silenzio e sappiate che Io sono Dio’ (Salmo 45,11). ‘Questo sarà davvero il più grande dei sabati, un sabato che non conosce tramonto. Noi stessi diverremmo questo settimo giorno, restaurati da Lui e perfezionati dalla Sua più grande grazia; staremmo nel Suo riposo per l’eternità; vedremo che Lui è Dio e saremmo riempiti di Lui, quando Lui sarà tutto in tutti: ossia la soddisfazione di tutti i nostri desideri’.

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La meditazione sulla morte, sul Giudizio e sull’Inferno ci può motivare alla conversione per paura; quella sul Paradiso ci può motivare per amore: Siamo creati per uno scopo ed uno scopo solo: per amare Dio il Bene Infinito, per godere della felicità e della pace eterna in Lui. Se falliamo in questo, avremo fallito in tutto. Serviamoci dunque di questa breve vita per raggiungere questo scopo: per l’intercessione della Beatissima ed Immacolata Madre di Dio alla Gloria dell’Altissimo. Amen.