+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Innanzi tutto, se siamo consapevoli di essere in peccato mortale o soggetti a tentazioni verso il peccato mortale, tutte le forze dell’anima dobbiamo concentrare nella lotta contro di esso, chiedendo l’aiuto di Dio senza tregua. Non basta dire: mi confesso dopo.
Ma se non ci siamo soggetti, dobbiamo lottare contro il peccato veniale. ‘Se non siamo affogati nel mare’, avverte sant’ Agostino, ‘ stiamo attenti di non essere sommersi nella sabbia.’ Perché i nostri peccati veniali possono essere tanti quanti i granelli di sabbia sulla spiaggia del mare ed essi ci spingono verso il peccato mortale, ossia verso la morte eterna.
Se ci vogliamo santificare, oppure se possiamo solo essere meno incerti della nostra salvezza, è essenziale confessarci spesso e fare un esame di coscienza ogni giorno.
Quell’ impazienza, quel tono di voce duro, quel pensiero cattivo; quella parola cattiva, quella parola in più, quella parola aggiunta alle pettegolezze di altrui; quel piccolo atto di disonestà, quella menzogna “al fin di bene” – come se i fini pottessero giustificare i mezzi – , quel tacere di un consiglio morale per rispetto umano; preghiere mancate, fatte male, raccorciate; autoindulgenza, divertimenti eccessivi, parole inutili; spreco di tempo, spreco di soldi, spreco di cibo; antipatie coltivate nel cuore, sensualità disordinate coltivate, offese (vere o immaginate) coltivate nel cuore, ingigantite, raccontate ad altri – tutti granelli di sabbia accumulandosi attorno all’anima, immobilizzandola, soffocandola.
I maestri della vita spirituale dicono che dopo il peccato mortale dobbiamo combattere in primo luogo il peccato veniale deliberato. Se il peccato mortale rompe l’unione a Dio, come tagliare il cordone che attacca uno scalatore di montagna ad un altro, se acceca la mente (conviventi non capiscono più che fanno male); il peccato veniale disturba l’unione a Dio come un cordone gradualmente logorato col contatto con la roccia tende a rompersi, e confonde la mente.
Vigilate! dice spesso il Signore. Siamo vigili! Facciamo un esame di coscienza ogni giorno, ogni sera prima di andare al letto: Cosa ho fatto oggi? Cosa ho fatto la mattina? Cosa ho detto il pomeriggio? Cosa ho pensato la sera? Il nostro compito è di progredire nella virtù ogni giorno della vita: da giorno a giorno, da confessione a confessione, da santa Comunione a santa Comunione: progredire nella virtù, progredire nell’amore verso Dio e verso il prossimo: con ogni giorno, con ogni confessione, con ogni santa Comunione.
L’illustre pittore Zeuxis disse: Dipingo per l’eternità. Dì anche tu: Dipingo per l’eternità: Dipingo l’icone della mia anima per l’eternità. L’icone, eikon in greco, significa immagine: l’anima è immagine di Dio: fatta secondo l’immagine ed assomiglianza di Dio. Sto creando, sto dipingendo un’immagine di Dio che io possa mostrare a Dio nell’ultimo giorno della vita, nell’ultimo giorno dell’universo, nella quale i beati del cielo e gli angeli possano vedere ed ammirare, lodare e glorificare Dio Stesso per tutta l’eternità.
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen