+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Nella Santa Messa il pane ed il vino vengono trasformati mediante le parole del Sacerdote sacramentale nel Corpo, Sangue, Anima , e Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Scortato da legioni innumerevoli di angeli, in silenzio ed invisibilmente, il Re dei rei e Signore dei signori, Cristo nostro Dio, viene sull’Altare per essere sacrificato per noi. In istato d’immolazione del Corpo privo di sangue, del Sangue privo del corpo, nella separazione del Suo Sacratissimo Corpo e del Suo preziosissimo Sangue, Egli, la Vittima pura, la Vittima santa, la Vittima Immacolata, il Santo Pane della vita eterna ed il calice di salvezza perpetua rende presente sull’Altare la Sua morte del Monte Calvario per la salvezza del mondo.
In istato d’Immolazione, il Corpo privo di sangue, dimora poi nei nostri tabernacoli, consegnato di nuovo al potere degli uomini. Come dunque bisogna trattarLo? Lo adoreremo e Lo ameremo come san Giovanni e santa Maria Maddalena ai piedi della Croce? o Lo tradiremo con la Comunione sacrilega come Giuda? o col rispetto umano come Pilato? Lo trascureremo, non visitandoLo mai o non accordandoGli il dovuto rispetto quando siamo davanti alla Sua presenza? A questo riguardo citiamo le parole di sant’Antonio apparso ad una suora per guidarla nella vita spirituale: ‘In presenza di Gesù Sacramentato, sottrare all’Augusta Trinità l’onore che Le è dovuto? Ah le irreverenze, come si espiano nell’altro mondo!’
Quali dunque devono essere i nostri sentimenti quando visitiamo Nostro Signore Benedetto nelle Sue chiese, se non quelli della più profonda devozione, per rispondere agli ammonimenti del Signore secondo un pio autore: ‘Ero nudo nel Santissimo Sacramento, spogliato della Mia gloria, e la tua Fede, riverenza, e devozione supplissero ciò che mancava alla Mia Maestà; ero prigioniero nel tabernacolo e ammalato di amore per te, e tu amorevolmente sei venuto a visitarMi e rinfrescarMi; ero forestiero, sconosciuto alla grande parte dell’umanità e Mi hai dato il tuo cuore per la Mia dimora; Io ho avuto fame e sete consumato dal desiderio di possedere interamente i tuoi affetti e hai saziato al massimo grado il Mio desiderio. Venite dunque benedetti del Padre Mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo’.
Quale deve essere il nostro atteggiamento quando il Nostro Signore Gesù scende sull’altare, se non quello della profondissima umiltà, abbassamento, ed annichilimento di sé? Quale deve esserlo quando si immola sull’Altare per amore di noi, se non quello dell’immolazione e dell’oblazione di noi in unione al Suo sacrificio gloriosissimo?
E quando riceviamo la santa Comunione, quali sentimenti devono essere i nostri? quando accogliamo in noi ciò che è più grande, più glorioso e più bello del creato intiero – più grande del cielo stellato, dell’oceano e di tutta la vita che contiene, di tutti gli uomini che sono mai vissuti e che mai vivranno, assieme a tutte le loro opere più gloriose: più grande, più glorioso, più bello, anche nel più piccolo frammento della Particola, perché ciò che riceviamo per la Sua infinita Grazia è nient’altro che Gesù Cristo Stesso, il Signore, sopra ogni cosa Benedetto. Amen.