+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
‘Il regno dei cieli è simile a dieci vergini…’ dieci vergini, che, secondo san Girolamo, rappresentano l’umanità intera. ‘Uscirono incontro allo Sposo…’: uscirono in questo mondo per preparare l’anima per lo Sposo, per renderla degna di sposare, alla fine della vita, Colui Che desidera essere il loro Sposo per l’eternità.
‘Cinque di esse erano stolte e cinque sagge, le stolte presero le lampade, ma non presero con sè olio; le sagge, invece, insieme alle lampade presero anche dell’olio in piccoli vasi… lo sposo tardava…’ Il tempo della sua venuta fu sconosciuto; il tempo si prolungava, scorreva, e lui non veniva. Le vergini stolte pensavano ad altro, si assopirono, si addormentarono e dormivano portate via dal sonno. I sensi le trascinavano, staccandole dalla ragione e dalla volontà: afferrate dalla fantasia e dall’immaginazione, entravano nel mondo dei sogni; staccate dal Vero e dal Bene, staccate dal pensiero dello Sposo celeste che dovevano aspettare. Non vegliavano: si assopirono e si addormentarano, trascinate dalla notte, dalla notte del mondo, dalla notte del peccato.
‘A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo Sposo, andateGli incontro!’ A mezzanotte, nelle profondità della notte, dice Origene, quando il sonno è più profondo, quando il peccatore è massimamente abbandonnato alla trascuratezza, e nel momento in cui è minimamente atteso, lo Sposo arriva, proclamato dal grido degli Angeli, dice san Girolamo, e dalle trombe delle Potestà che Lo precedono.
Svegliate dalla notte di questo mondo, dalla notte dell’inganno del peccato, dell’inganno portato dallo stato del peccato mortale, quando la ragione è annebbiata, la visione spirituale dell’anima è indebolita, la volontà flaccida e debole, svegliate dall sonno si alzarano: Viene lo Sposo! Colui per il Quale, per tutta la vita a loro concessa, dovevano prepararsi ad incontrare. Ecco che viene! e la vita sta per finire, si avvicinano la Morte ed il Giudizio; e lo Sposo viene loro incontro per vedere se la loro anima sia degna di unirsi a Lui in un eterno sposalizio.
‘Si destarano e prepararano le loro lampade’, ovvero, dice sant’Agostino, si prepararano per render conto dei loro atti. Ma cos’è questo? Vedono che si spengono le loro lampade: le loro buone azioni non sono durate, non emettono più luce: nelle anime delle vergini stolte non c’è più la luce della Grazia divina.
Presto! ‘dateci del vostro olio’ dicono alle sagge, ‘perchè le nostre lampade si spengono. Viene lo Sposo, e noi non siamo pronte.’ Ma le sagge rispondono: ‘No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene’ – perchè ognuno sarà ricompensato per le proprie opere: i meriti e le grazie dell’uno non si possono comunicare all’altro. …‘Andate piuttosto dai venditori e compratevene! Comprate la grazia con le vostre opere, con una vita buona. Comprate la grazia col pentimento per i vostri peccati, ricevete il perdono nel sacramento della penitenza, e riacquistate la grazia. Ormai è giunta la notte, nella quale nessuno può più lavorare: è passato il tempo dei meriti; il tempo della misericordia ha compiuto il suo corso; è arrivato il tempo della giustizia: Coloro che vendono non vendono più, perchè è giunta la notte.’
‘Ora, mentre andavano per comprare l’olio, arrivò lo Sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con Lui alle nozze.’ Erano pronte coloro che avevano condotto una buona vita con opere piene di carità, con la luce della Grazia che brillava nel cuore, che brillava dal volto; coloro che erano la luce del mondo, destinate a brillare per sempre nel regno del Padre come il sole. Erano state vigili, avevano tenuto l’olio, oppure, se forse lo avevano perso, lo avevano ricomprato con una confessione contrita.
‘…entrarono con Lui alle nozze e la porta fu chiusa – janua clausa est.’ Il tempo dei meriti e della misericordia è finito, ed il tempo della giustizia è iniziato. La porta è chiusa con la chiave di Davide: quando apre, nessuno chiude; quando chiude , nessuno apre. Le sagge sono entrate e non usciranno; le stolte rimaranno fuori.
‘Più tardi arrivarano anche le altre vergini ed incominciarono a dire: Signore, Signore aprici – Domine, Domine, aperi nobis! In disperazione ripetono: Domine, Domine, osserva san Tommaso, facendo appello all’Onnipotente ed all’Altissimo Dio, all’ Eterna Giustizia, il Quale per tutta la vita l’avevano disprezzato, a Cui mai avevano fatto ricorso, neanche come Padre amorevole: Padre di ogni misericordia ed amore.
‘Domine , Domine, aperi nobis!’ ‘Dal fondo stesso della natura’, dice padre Tanquerey parlando del peccatore al momento della morte, ‘dalle aspirazioni dell’anima e del cuore, dal’intiero suo essere, si sente irresistibilmente tratto verso Colui Che è il suo primo principio ed il suo ultimo fine, l’unica fonte della sua perfezione e della sua felicità, verso quel Padre così amabile e così amante che l’aveva adottato per figlio, verso quel Redentore che lo aveva amato fino a morir sulla croce per lui; ma intanto si sente inesorabilmente respinto da una forza invincibile, che forza non è altro che il suo peccato, nel quale è ormai irremediabilmente ed eternamente fisso dalla morte.
‘Molti mi diranno in quel giorno ‘Signore, Signore’ dice Nostro Signore Benedetto Gesù Cristo, e poi li dirò: ‘Non vi ho mai conosciuti, andate via da Me operatori di iniquità’. ‘In Verità vi dico: non vi conosco.’
Conosco e riconosco coloro in cui vedo l’immagine di Dio, che condividono la vita divina e la luce divina di Dio, la vita vera, la luce vera, dell’uomo: la vita nell’ultimo senso e la luce increata. Il Padre conosce e riconosce il Figlio nei Suoi figli fedeli e li accoglie nella vita eterna, come i Suoi figli benamati; li accoglie nelle nozze del Suo Figlio per partecipare alle gioie eterne del Regno con tutti gli eletti.
Ed il Figlio accoglie queste anime a Se Stesso in un amore eterno: le vergini sagge illuminate dalla luce delle loro opere buone e sante. Ma le altre non le conosce. Sono tratte irresistabilmente verso di Lui per tutta l’eternità, eppure non Lo potranno mai raggiungere.
E quindi, carissimi fedeli, se qualcuno che sta sentendo queste parole, mentre aspetta lo Sposo della sua anima, si è assopito ed addormentato, e la cui lampada non contiene nessun’opera duratura, ma si è spenta; se qualcuno che sta ascoltando si è stato trascinato nel sonno del peccato, nei piaceri chimerici e passeggeri di un mondo di fantasia vano e vuoto, che si svegli, prima che sia troppo tardi: perche il giorno già volge al declino e si avvicina la notte. Che si svegli dal sonno, che si prepari all’intercessione dell’Immacolata, per andare incontro a Colui da Cui e per Cui solo è stato creato: ‘Vegliate, perchè non conoscete nè il giorno nè l’ora.’
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.