In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen
In queste serie di letture considereremo la virtù della Magnanimità, prima di tutto nella sua natura, e poi nel suo ruolo nel cammino verso la perfezione.
1. Natura
Appoggiandoci sull’analisi di padre Tanquerey nel suo Compendio di teologia ascetica e mistica e più precisamente sull’insegnamento di san Tommaso d’Aquino, intendiamo questa virtù come una delle quattro virtù integranti ed annesse della fortezza; la fortezza costituendo con la prudenza, la giustizia, e la temperanza le quattro virtù cardinali.
Le altre virtù integranti della fortezza sono la magnificenza, la pazienza e la costanza. Mentre la magnanimità e la magnificenza ci aiutano a fare le cose difficili; la pazienza e la costanza ci aiutano a ben soffrire.
Ebbene, la magnanimità, che si dice pure grandezza d’animo o nobiltà di carattere, è una nobile e generosa disposizione a intraprendere grandi cose per Dio e per il prossimo. Differisce dall’ambizione che è essenzialmente egoista e cerca di innalzarsi sopra gli altri con l’autorità e con gli onori; carattere distintivo della magnanimità è invece il disinteresse: è virtù che vuol prestare servizio ad altrui.Suppone quindi un’anima nobile, nutrito di alto ideale e di generose idee; un’anima coraggiosa che sa mettere la vita in armonia con le convinzioni.
Si manifesta non solo con nobili sentimenti ma soprattutto con le nobili azioni in tutti gli ordini: nell’ordine militare con azioni illustri; nell’ordine civile con grandi riforme e grandi impresi commerciali e simili; nell’ordine sovrannaturale con un alto ideale di perfezione tenuto costantemente di mira, con sforzi generosi per vincersi e superarsi, per acquistare sode virtù e praticare l’apostolato sotto tutte le forme; per fondare e dirigere opere di beneficenza, e per lavorare nel campo dell’azione cattolica; sempre senza badare al danaro, alla salute, alla fama e neppure alla vita.
Il difetto opposto è la pusillanimità che per eccessivo timore di cattiva riuscita, nicchia e rimane inoperosa. Per scansare passi falsi, si commette veramente la più grande della minchionerie, cioè non si fa nulla o quasi nulla e così si spreca la vita. O non è meglio esporsi a qualche sbaglio anziché restare in inerzia perpetua?
In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.